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Quante volte ci si chiede, aprendo il frigorifero, se il cibo scaduto da qualche giorno è ancora commestibile. Gli esperti assicurano che molto spesso gli alimenti rimangono sani e squisiti anche oltre la data indicata sulla confezione, ma è bene valutare caso per caso.
La normativa italiana prevede che l’etichetta dei cibi che si conservano per meno di tre mesi riporti giorno, mese e anno di scadenza. Per quanto riguarda gli alimenti che mantengono inalterate le loro proprietà per diciotto mesi va indicato solo il mese e l’anno, mentre per i generi alimentari a lunga conservazione è sufficiente l’anno.
Tutti i prodotti recanti la dicitura ‘da consumarsi preferibilmente entro’, che non deve considerarsi una vera e propria scadenza, ma una semplice indicazione, possono essere consumati tranquillamente anche dopo sei mesi dalla data impressa sulla confezione.
L’importante è verificare che le confezioni siano rimaste ben sigillate, in particolare nel caso di pasta secca e riso, soggetti alle odiose ‘farfalline’.
Maggiore prudenza con succhi di frutta e olio che, pur essendo generi alimentari a lunga conservazione, perdono sapore a volte ancor prima della data di scadenza.
Mozzarella, ricotta e robiola andrebbero consumate qualche giorno prima della scadenza. Il latte fresco ha per legge una durata di una settimana, ma si può bere anche un paio di giorni dopo; lo stesso vale per lo yogurt, che possiamo consumare anche sette-otto giorni dopo la data di scadenza.
La carne va buttata se perde molto liquido, se invece pochi giorni dopo la scadenza diventa scura e ingiallisce si può degustare a patto di cuocerla bene.
Il prosciutto cotto può essere portato a tavola se mantiene consistenza e buon odore, le uova cominciano invece a deteriorarsi circa 28 giorni dopo la scadenza. Cercare di non sprecare cibo fa bene all’ambiente e al portafoglio.