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Negli ultimi anni, a fronte di un incremento della spesa media delle famiglie dello 0,6%, la produzione di rifiuti urbani è cresciuta del 5,5%: ciò significa che una parte crescente dei nostri consumi non ha alimentato il nostro tenore di vita, bensì il bidone dei rifiuti. Gli imballaggi incidono fino al 30% del prezzo e vengono a costare più dei prodotti agricoli in esse contenuti. Vanno direttamente dal supermercato al recipiente per la spazzatura, assorbendo materie prime e impiegando energia. Ma in molti casi è possibile fare a meno delle confezioni; vediamo alcuni esempi.
Il latte alla spina
La Coldiretti ha dato origine ad una rete di centinaia di punti di vendita. La bottiglia la si porta da casa, e la si riempie ogni volta. Il latte fresco alla spina può poi essere acquistato anche attraverso altri canali: come in Val di Fiemme dove esistono appositi distributori nati proprio per ridurre i rifiuti che finiscono in discarica.
Il detersivo alla spina
La Regione Piemonte, ha recentemente inaugurato il 14° erogatore: si acquista il contenitore la prima volta e poi lo si riutilizza. Secondo alcuni calcoli è già stato possibile risparmiare più di 4,8 tonnellate di plastica, 2,7 di cartone, 206 MWh di energia, 20 milioni di litri d’acqua e 13 tonnellate di anidride carbonica. Anche in altre regioni alcuni supermercati si sono equipaggiati per offrire una gran scelta di detersivi alla spina: i Millebolle Point, per esempio, hanno anche quelli per i vetri, e garantiscono un risparmio fino al 40%
I prodotti alimentari sfusi
Nei 12 eco-point Crai, possono essere acquistati alla spina anche caffé, legumi, spezie, cereali, pasta, riso, caramelle, frutta secca. Con questa pratica in un anno si sono risparmiate 750.000 confezioni a perdere, e i clienti hanno usufruito di sconti fra il 20 e il 70%.